Dopo un paio d’anni di voci, smentite, speranze, dichiarazioni dei diretti protagonisti (cast e troupe), finalmente ci sono certezze su Queer as Folk. Lo show televisivo rinascerà, per la soddisfazione di tutti coloro che si sono appassionati alle vicende rappresentate su schermo nelle versioni precedenti (già, ce ne sono state più di una).
Lo spettacolo sarà in totale costituito da otto puntate, prodotto negli Stati Uniti dal servizio in streaming Peacock. Il reboot è opera del creatore di Little America Stephen Dunn, che si focalizzerà su un gruppo eterogeneo di amici queer a New Orleans (la serie originale del Regno Unito era ambientata a Manchester, la controparte americana a Pittsburgh).
Queer as Folk: contro le discriminazioni
La speranza espressa sia dalla critica sia da una buona fetta di pubblico è che questa iterazione prenda sul serio tale unicità perché, a differenza della prima ondata di drammi LGBT per la televisione, inclusi QaF britannico e americano, era quasi interamente incentrata su personaggi bianchi e cisgender. Ora viviamo con un panorama televisivo che include un rinnovato L Word and Pose, programmi intenti ad una visione molto più inclusiva della famiglia queer.
L’attenzione ai problemi di forma discriminatoria presenti nella società contemporanea vengono trattati oggi con una maggiore e rinnovata consapevolezza. C’è meno spazio per i luoghi comuni, frutti del sentito dire o, peggio, del proprio innato pregiudizio nei confronti del diverso. Qui c’è il reale e sincero interesse di rappresentare su schermo personaggi realistici, senza sfociare in pessime macchiette, le quali, anziché contribuire a sensibilizzare su certi argomenti, consolidano dei falsi concetti.
Uno spaccato del mondo circostante
Queer as Folk ha l’ambizione di offrire un vero spaccato del mondo che ci circonda, in particolare basato su quel tipo di figure tenute ai margini. Come già detto, la casa di produzione NBC Universal commissiona ufficialmente il reboot della pioneristica serie inglese per il proprio servizio streaming. Il progetto ha richiesto un po’ di anni prima di essere effettivamente realizzato.
Stephen Dunn di Little America è autore, regista e produttore esecutivo del ciclo inedito di episodi insieme a Russell T. Davies. Lisa Katz, a capo dei contenuti sceneggiati della NBC Universal, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito: Queer as Folk consisteva ben più di un semplice show di intrattenimento, fine a sé stesso. Era una voce innovativa e determinante per un vasto numero di persone. La versione inedita per Peacock giunge in un altro momento cruciale della cultura mondiale.
Stephen Dunn ha definito un incredibile onore adattare la rivoluzionaria serie di Russell T. Davies. All’epoca in cui il prodotto andò originariamente in onda, l’idea di storie queer impenitenti in tv era talmente provocatoria che sentiva di aver la possibilità di guardarle solamente in segreto. Ma nel corso degli ultimi due decenni sono cambiate tante cose. Per lui sarebbe splendido se i ragazzi di oggi non finissero per seguire lo spettacolo da soli con il volume abbassato nei loro umidi scantinati, bensì lo facessero insieme agli amici, la famiglia ed il volume al massimo.
L’evoluzione del progetto
Per ripercorrere la gestazione del programma bisogna compiere un salto indietro nel tempo fino al 18 dicembre 2018, quando un articolo pubblicato dalla nota rivista di settore Variety indicò che il network via cavo americano Bravo fosse in procinto di realizzare una versione di Queer as Folk in linea con l’epoca contemporana.
A sviluppare il progetto c’è Russell T. Davies, vale a dire il creatore della originale serie britannica, poi al timone del revival di Doctor Who nel 2005 per BBC e, in tempi più recenti, di A Very English Scandal, Years and Years e It’s a Sin. Nell’agosto 2019 emerse la notizia stando alla quale il reboot di Queer as Folk non era più in fase di sviluppo per la rete americana Bravo, bensì per Peacock, la piattaforma on demand di NBC Universal, che aveva compiuto il rispettivo debutto in estate negli States.
Anticipazioni trama
La nuova versione di Queer as Folk vede protagonisti completamente nuovi e sarà ambientata a New Orleans, anziché a Pittsburgh, cosa avvenuta con l’originale. Nella descrizione dello show in lavorazione per Peacock si parla di un format contemporaneo della serie originale britannica, fondata su un gruppo di amici variegato festaiolo che trova supporto nella comunità omosessuale a seguito di una tragedia che li lascia sconvolti.
Si tratta di un reboot che non mira a ripercorrere la reinterpretazione americana. Si prende a ispirazione la versione UK di Queer as Falk, che su Channel 4 è andata in onda a partire dal febbraio 1999, proseguendo per 2 stagioni e 10 episodi fino al 2000 in Gran Bretagna. Il cast di allora contava su Aidan Gillen (oggi Ditoctorto ne Il Trono di Spade), Charlie Hunnam (Sons of Anarchy) e Craig Kelly, nei panni di tre uomini gay che, a cavallo del nuovo millennio, conducevano le loro esistenze nella città di Manchester.
Il remake a stelle e strisce di Queer as Folk fu realizzato in partnership tra il canale via cavo americano Showtime e quello canadese Showcase, vedendo la luce nel dicembre 2000. Collocata in Pennsylvania, la versione a tinte USA riscosse un ampio successo. Ai telespettatori tenne compagnia fino al 2005 per 5 stagioni e 83 puntate. Nel cast erano pure annoverati Randy Harrison (oggi in Mr Robot) e Gale Harold (successivamente ammirato in Desperate Housewifes).
Queer as Folk: il raduno del cast originale
La risposta americana di Queer as Folk è una delle migliori serie tv gay di sempre. Per celebrarne il “compleanno” (il 3 dicembre 2018 ha compiuto 18 anni) il cast originale si è ridato appuntamento. Gli attori Scott Lowell (Ted), Peter Paige (Emmett), Sharon Gless (Debbie), Randy Harrison (Justin), Gale Harold (Brian), Hal Sparks (Michael), Robert Gant (Ben), Thea Gill (Lindsay) e Michelle Clunie (Melanie) si sono radunati in occasione della speciale reunion e del servizio fotografico per Entertainment Weekly.
Il nuovo Queer as Folk sarà girato in collaborazione con Digital Rights Group (DRG). Lo studio è Universal Cable Production. Non essendo disponibile, almeno per il momento, Peacock nel mercato italiano, resta da scoprire se e su quale piattaforma uscirebbe nella nostra penisola.