Il metodo Kominsky chiude i battenti, con una terza stagione. Protagonista, ancora una volta, Michael Douglas, il quale, nonostante il passare degli anni, pare avere l’argento vivo addosso. È lui Sandy Kominsky, il personaggio principale dello show disponibile su Netflix.
Il metodo Kominsky: la personalità e il vissuto di Sandy (Michael Douglas)
Sandy de Il metodo Kominsky è un brillante insegnante di recitazione. Ha alle spalle tre matrimoni naufragati, un rapporto in via di ricostruzione con la figlia Mindy e l’amico Norman, pure il suo agente. La moglie di quest’ultimo (morto nella seconda stagione… ops, spoiler!) è in procinto di spegnersi, ormai le resta poco tempo di cui disporre. E così, preoccupata per il compagno, strappa a Sandy la promessa che, una volta che non ci sarà più, si prenderà lui cura del marito.
Lo show è pieno di scene surreali, altre assolutamente dolci – l’innamoramento di Sandy per la sua allieva – nonché drammatiche, come quelle di chi perde una compagna di vita.
La perdita di Eileen permette di mettere in piedi un prodotto genuino, originale e talvolta persino esilarante. Tra Norman e Sandy parte un lungo discorso, che dal lutto e dalla solitudine confluisce verso una varietà di tematiche, quali l’amore, il rapporto con i figli, la pensione. Il tutto retto in maniera leggera ma caparbia dall’insolito duo. I botta e risposta offrono uno sguardo niente affatto banale sulla complessità umana. Non ci sono luoghi comuni né tanto meno risposte assolute, incontrovertibili. Al contrario, diversi argomenti, appena accennati, rimangono quasi sospesi.
Sebbene Alan Arkin, l’interprete di Norman, sia uscito dal cast, Michael Douglas sareggere col suo carisma lo spettacolo, coadiuvato dalla new entry Kathleen Turner, vale a dire la impenitente ex moglie Roz Volander. Superato il cancro, patite le pene dell’ennesima storia sentimentale mai realmente decollata, Sandy ahavrà l’onere di portare avanti la sua scuola con l’aiuto della figlia Mindy.