Pochi minuti da Maria Venier in collegamento Roby Facchinetti commuove tutti, racconta come vive a Bergamo, i camion con le bare continue, le telefonate dei parenti che parlano degli amici che non c’è l’hanno fatta. Con occhi pieni di lacrime fa capire la realtà di questi momenti tragici. Roby racconta le telefonate con gli amici che terminano con un’unica frase “chi sa se ci rivedremo”. Mara gli dice se ha letto il post di Francesco, una dedica bellissima che ogni padre vorrebbe sentirsi dire. In questo terribile viaggio siamo tutti uguali, dice Roby, il web ci avvicina. Di seguito vi riportiamo il post di Francesco Facchinetti, molto commovente.
Ciao Papà, in questi giorni ti ho sentito giù. Per la prima volta mi sono detto: “Mio padre ha paura”. Non mi era mai successo prima e mi ha spezzato il cuore. Abbiamo pianto tanto al telefono per tutti gli amici che stai perdendo, che stiamo perdendo.
Ma la cosa che più mi ha fatto soffrire è stato quel messaggio di 10gg fa quando mi hai scritto: “Francio, non so cosa fare. Perché tutto questo? Io cosa posso fare? Mi sento impotente”. Avrei voluto abbracciarti come facevi tu quando ero piccolo. Mi ricordo che mi coccolavi e tutto il mondo fuori si fermava. Ora avrei dovuto farlo io con te, ma non si può.
Poi, hai trovato da solo quello che potevi fare: MUSICA. La musica ti ha sempre salvato, sempre. Allora hai alzato il telefono, chiamato il tuo vecchio amico e mio zio Stefano D’Orazio e avete scritto un capolavoro: Rinascerò, Rinascerai. Un una poesia, una canzone per la tua Bergamo. Questo pezzo non riporterà in vita i tuoi amici che se ne sono andati e gli altri che non ci sono più, ma in questo momento buio è la luce che di ti rincuora, anche solo per 4 minuti. Grande Papà, ti amo!
Tuo figlio
Francesco
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