Lorella Cuccarini torna a parlare del suo dramma del 2002, che ha mandato in frantumi un po’ tutta la sua vita, i suoi programmi e i suoi progetti.
Lorella Cuccarini e il suo dramma
Lorella Cuccarini torna a parlare in tv da Fabio Fazio del dramma accadutogli nel 2002 che le ha rovinato molti progetti, mandandoli in frantumi.
L’episodio di cui stiamo parlando, che risale al, 2002 è quello di aver scoperto di avere un brutto male; per questo motivo ha dovuto sottoporsi ad un operazione, durante la quale è stato necessario asportare la tiroide. Ecco la sua dichiarazione in tv: “Una visione della vita che va in frantumi. Da allora vivo senza tiroide”.
La conduttrice è tornata a raccontare la brutta esperienza che ha dovuto superare nel 2002. Dopo essersi sottoposta ad un controllo di routine, a causa di un calo di peso inaspettato, c’è stata la tragica scoperta: un cancro alla tiroide.
Lorella Cuccarini racconta di quando ebbe la notizia, un vero pugno nello stomaco; ad oggi deve assumere sempre un farmaco specifico. Dopo i controlli, la diagnosi del medico fu abbastanza chiara: “Signora Cuccarini, ha un nodulo alla tiroide, lo spessore è già di alcuni centimetri, deve sottoporsi con urgenza ad altri accertamenti”.
La conduttrice, nel continuare il suo racconto, dichiara che il recupero è stato lungo e difficile; alla cura è seguita una dieta specifica per cercare di non ingrassare. Ha voluta raccontarlo nel programma di Fabio Fazio, così da condividerla con tutti quelli che stanno vivendo momenti difficili e affrontando un percorso simile.
Ricordiamo che Lorella Cuccarini, già da anni, è testimonial dell’associazione “Trenta ore per la vita” per la lotta contro la sclerosi multipla; per questo dichiara:
- “Con Aism in questi anni abbiamo realizzato ben 338 progetti, ma la cosa più bella è che nel 1994 abbiamo sfruttato 30 ore di televisione per far conoscere al grande pubblico la sclerosi multipla, una malattia ancora poco conosciuta. Oggi dopo 25 anni possiamo vedere come l’Aism abbia fatto tanti passi avanti e anche noi di “Trenta Ore” siamo cresciuti”.
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