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Dark Side Of The Moon: il mistero del capolavoro dei Pink Floyd

Pubblicato da
Simona Spaziani

Dark Side Of The Moon, il capolavoro dei Pink Floyd  di tutti tempi, dove il quartetto ribelle inglese ha stravolto tutti i paradigmi base conosciuti fino ad allora nella sua composizione, un lavoro unico nel suo genere, alla ricerca non solo dell’insieme ma anche dei particolari aprendo il mondo a nuove influenze musicali come ad esempio il rock psichedelico e progressive elevando gli stessi autori all’eternità.

L’album risale al 1973 ed è stato registrato negli studi di Abbey Road, già casa discografica usata dai Beatles, e ci è voluto un anno per completare l’opera degli dei della musica, un album che ancora oggi scala le classifiche mondiali, un lavoro sperimentale unico nel suo genere.

All’inizio era partito come un progetto personale, ma pian piano si è rivelato un vero e proprio viaggio onirico interiore per chi lo ascolta, con frammenti parlati creando un alone di angoscia disperata che lascia, dopo cinquant’anni, ancora smarriti e spaventati gli ascoltatori, creando scenari di evasione celebrale missando dolcemente il contenuto mistico di uno spaccato alienante sulle condizioni dell’uomo moderno.

L’ idea di registrare le voci, venne al bassista Roger Waters, scrivendo delle domande su dei cartoncini rigurdanti sia argomenti banali che argomenti più forti come la violenza e il suicidio sottoponendole ai suoi colleghi presenti negli studi registrando solo le loro risposte, tra i protagonisti dell’esperimento ci fu anche Paul McCartney che si trovava agli Abbey Road per ultimare le incisioni del disco dei Wings, ma la sua voce non venne inserita nell’album risultando troppo impostato e costruito agli occhi dei Pink Floyd per questo genere di progetto.

Ma la musica dei Beatles comparì comunque nell’album Dark Side of The Moon, nell’ultima traccia del capolavoro eterno Eclipse troviamo un passaggio della versione orchestrale del brano Ticket To Ride dei Beatles con la voce del favoloso portinaio del palazzo Gerry O’ Driscool inserita negli ultimi trenta secondi del brano.

Ecco cosa si cela dietro al misterioso capolavoro dei Pink Floyd Dark Side of The Moon, da quasi cinquant’anni nel mirino delle teorie complottistiche, un ammirevole e personale recitazione dei versi immortali di uno dei brani più iconici, Eclipse, di Gerry il portinaio.

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Pubblicato da
Simona Spaziani
Argomento: Pink Floyd